Convento Santuario di San Pio da Pietrelcina, 26 aprile 2024, s. Antonino

Giubileo
Il pellegrinaggio

In questo Anno Giubilare è bene ricordare il senso del pellegrinaggio, realtà fortemente radicata, ormai, nella tradizione di questi luoghi. Il Santo Padre, Papa Francesco, gli dedica un corposo paragrafo nella Bolla d’indizione dello Speciale Giubileo, Misericordiae vultus, sottolineando che esso «è un segno peculiare nell’Anno Santo, perché è icona del cammino che ogni persona compie nella sua esistenza. La vita è un pellegrinaggio e l’essere umano è viator, un pellegrino che percorre una strada fino alla meta agognata. Anche per raggiungere la Porta Santa a Roma e in ogni altro luogo, ognuno dovrà compiere, secondo le proprie forze, un pellegrinaggio. Esso sarà un segno del fatto che anche la misericordia è una meta da raggiungere e che richiede impegno e sacrificio. Il pellegrinaggio, quindi, sia stimolo alla conversione: attraversando la Porta Santa ci lasceremo abbracciare dalla misericordia di Dio e ci impegneremo ad essere misericordiosi con gli altri come il Padre lo è con noi» . Il pellegrinaggio, dunque, deve essere anche il segno di un cammino interiore di conversione per ritrovare, nell’abbraccio misericordioso del Padre, il coraggio di un’autentica testimonianza cristiana, al fine di percorrere fino in fondo il nostro percorso terreno e meritare i beni promessi.

Per favorire un’efficace esperienza spirituale ed organizzare con una adeguata preparazione il passaggio attraverso la Porta della Misericordia del nostro santuario, invitiamo a contattare per tempo il nostro ufficio.

Col pensiero e nella confessione non si deve tornare alle colpe accusate nelle confessioni precedenti. Per la nostra costrizione Gesù le ha perdonate al tribunale della penitenza. Là egli si è trovato dinanzi a noi e alle nostre miserie come un creditore di fronte a un debitore insolvibile. Con un gesto in infinita generosità ha lacerato, ha distrutto le cambiali da noi sottoscritte peccando, e che non avremmo certo potuto pagare senza il soccorso della tua clemenza divina: Tornare su quelle colpe, volerle riesumare soltanto per il dubbio che non siano state realmente e largamente rimesse, non sarebbe forse da considerare come un atto di diffidenza verso la bontà della quale aveva dato prova, lacerando egli stesso ogni titolo del debito da noi contratto col peccare?... Torni, se ciò può essere motivo di conforto alle anime nostre, torni pure il pensiero alle offese arrecate alla giustizia, alla sapienza, alla infinita misericordia di DIO: ma solo per piangere su di esse le lacrime redentrici del pentimentoe dell'amore ( GF, 169 ).

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