Convento Santuario di San Pio da Pietrelcina, 26 aprile 2024, s. Antonino

Le Figlie Spirituali
Cerase Raffaelina

Raffaelina Cerase nacque a Foggia, in una famiglia nobile, il 1º novembre 1868. Iscritta al Terz'Ordine Francescano e all'Azione Cattolica, nel 1914, per il tramite del padre Agostino da San Marco in Lamis, iniziò una corrispondenza epistolare con Padre Pio, il quale, per aderire alla volontà del confessore, accettò di guidarla, con paterne sollecitudine, nelle vie dello spirito. Nell'ottobre del 1915 Raffaelina, dopo aver subito una grave operazione, si ammalò. Complice del padre Agostino e del padre Benedetto Nardella, che volevano ad ogni costo far rientrare Padre Pio in convento, espresse il desiderio di incontrare il suo santo direttore spirituale e di confessarsi da lui. Il venerato Padre, che si trovava a Pietrelcina per motivi di salute, il 17 febbraio 1916 giunse a Foggia e si stabilì nel convento di S. Anna. Visitò la Cerase ogni giorno fino a quando, il 25 marzo 1916, la stessa si addormentò per sempre nel Signore. Il carteggio intercorso tra i due, soffuso di straordinario afflato di santità, è compreso nel secondo volume dell'Epistolario di Padre Pio.

Col pensiero e nella confessione non si deve tornare alle colpe accusate nelle confessioni precedenti. Per la nostra costrizione Gesù le ha perdonate al tribunale della penitenza. Là egli si è trovato dinanzi a noi e alle nostre miserie come un creditore di fronte a un debitore insolvibile. Con un gesto in infinita generosità ha lacerato, ha distrutto le cambiali da noi sottoscritte peccando, e che non avremmo certo potuto pagare senza il soccorso della tua clemenza divina: Tornare su quelle colpe, volerle riesumare soltanto per il dubbio che non siano state realmente e largamente rimesse, non sarebbe forse da considerare come un atto di diffidenza verso la bontà della quale aveva dato prova, lacerando egli stesso ogni titolo del debito da noi contratto col peccare?... Torni, se ciò può essere motivo di conforto alle anime nostre, torni pure il pensiero alle offese arrecate alla giustizia, alla sapienza, alla infinita misericordia di DIO: ma solo per piangere su di esse le lacrime redentrici del pentimentoe dell'amore ( GF, 169 ).

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